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Trentodoc, “unicum inscindibile di vino, territorio e persone”

Sarà che è nata e cresciuta in una zona d’Italia (il Veneto) “dove il vino è sempre stato l’elemento di casa” , sarà “che la sua natura curiosa l’ha sempre spinta verso la scoperta”, Karen Casagrande oggi è una giovane donna di 29 anni che si occupa di Biotecnologia agraria, in particolare di nutrizione e difesa naturale della vite. Negli anni, aver affiancato al percorso di studi alcuni corsi di sommelier le è valso anche, poco dopo la laurea, il primo riconoscimento Fisar (quello di Sommelier dell’Anno 2010), federazione di cui in seguito è d anche Ambasciatrice.

È durante un master di specializzazione a San Michele all’Adige, ci racconta, che colloca il suo primo, o meglio, il suo secondo  incontro con il Trentodoc, quello in cui ha scoperto davvero il valore di queste bollicine di montagna: “I miei compagni mi dicevano: ‘Qui da noi non puoi non berlo!’ E così grazie a loro ho potuto conoscere l’orgoglio e la passione di chi abita queste terre nei confronti di questo prodotto: il Trentodoc non è un semplice metodo classico, ma un unicum inscindibile di vino, territorio e persone”. Del  suo arrivo nella Piana Rotaliana le è rimasto impresso il contrasto delle linee dolci delle colline che si interrompono lasciando spazio alla verticalità delle montagne rocciose: “Così è il Trentodoc: da una parte le note di frutta matura date dallo chardonnay, dall’altra l’austerità e la mineralità conferita dal pinot nero”. Qualità, finezza, ricerca, personalità ed essenzialità sono le qualità di “uno spumante che non è mai standardizzato, ma che è fedele alle mille sfaccettature del territorio e che porta l’impronta definita di chi lo fa”.

Ancora, la sua sensibilità femminile le fa immaginare il Trentodoc come una donna con i capelli scuri e gli occhi azzurri che indossa un tailleur: un vino coinvolgente e penetrante che sa essere però, al tempo stesso, leggero e brioso. Perché se l’affinamento sui lieviti conferisce profondità allo spumante,  la bollicina è l’elemento che gli regala leggerezza e giovinezza. E se dovesse esprimere una preferenza, la lavorazione che incontra più il suo gusto personale è il Pas Dosé: “Bollicine particolarmente secche in cui spiccano la mineralità e le note di frutta esotica, senza dimenticare la parte balsamica”. Ma in generale Karen del Trentodoc apprezza soprattutto la lunghezza: “Dopo l’assaggio lo deglutisci ed ecco che la sensazione è quella di compiere nuovamente tutto il percorso della degustazione. È un vino da ricordo”.

enoteca

Via del Ponte, 33 - 38123 Ravina TN
Lun/Ven: 9.30 - 12.30 e 14.30 - 18.00 - Sab: 10.00 - 12.30
Numero del negozio: +39 0461 381791