Trentodoc, austera piacevolezza

“Una bollicina pulita, lineare, austera”: è con questi tre aggettivi che Carlo Macchi, direttore di www.winesurf.it, guida dei vini e giornale online specializzato sul vino e sul cibo, ci descrive il nostro Trentodoc. Per il giornalista enogastronomico (che collabora con le maggiori testate italiane del settore, oltre che con le principali guide dei vini e che ha partecipato a trasmissioni sul cibo e sul vino a carattere nazionale), Altemasi rappresenta “indubbiamente un buon nome e una buona qualità nel panorama delle bollicine italiane metodo classico” e, riguardo al Trentodoc, aggiunge: “In passato ha vissuto alti e bassi perché ci sono stati periodi in cui si preferivano vini più dosati, più dolci; ora, invece, si sta percorrendo un’altra strada e le lavorazioni più austere sono sempre più apprezzate da esperti e da una clientela di buon intenditori”. Ancora, Macchi parla delle bollicine trentine come di un vino piacevole e sicuro. “Difficilmente si sbaglia con una bottiglia di Trentodoc, specialmente se si tratta di Altemasi Riserva Graal. In questa regione  i vitigni chardonnay e pinot nero vengono piantati sempre più in alto rispetto ad altre bollicine italiane”. “Amo le bollicine di montagna in qualsiasi momento, anche a tutto pasto perché ben si accompagnano ad antipasti leggeri, a un primo importante o a un arrosto, per esempio. E poi bevo sempre con piacere un bicchiere di Trentodoc perché ci ritrovo la freschezza e l’austerità della montagna che ho attraversato tante volte con gli sci ai piedi, da Pejo a Madonna di Campiglio”